Il 2026 segna una svolta epocale per il Terzo Settore in Italia. Dopo anni di attesa e incertezze, la Riforma Fiscale degli Enti del Terzo Settore (ETS) entrerà finalmente in vigore il 1° gennaio 2026. Questo passaggio non è solo un adeguamento normativo, ma un vero e proprio cambio di paradigma per il non profit. Vediamo cosa sta per cambiare e come gli ETS possono prepararsi al meglio.
Le principali novità: più chiarezza e agevolazioni
- Nuovi criteri per la natura commerciale o non commerciale degli ETS
Non ci saranno più zone grigie: la distinzione tra attività commerciali e non commerciali sarà regolata dall'articolo 79 del Codice del Terzo Settore (Disposizioni in materie di imposte sui redditi), superando le vecchie disposizioni del TUIR. Questo significa che gli enti dovranno valutare attentamente il proprio modello operativo per capire se e come rientrare nel perimetro delle agevolazioni fiscali. - Regime forfettario agevolato per gli ETS non commerciali
Gli enti che svolgono attività commerciali in misura ridotta potranno accedere a un regime forfettario semplificato, con un'imposizione fiscale calcolata su un coefficiente di redditività progressivo. Meno burocrazia, più chiarezza nella gestione fiscale. - Super agevolazioni per ODV e APS
Le Organizzazioni di Volontariato (ODV) e le Associazioni di Promozione Sociale (APS) potranno beneficiare di un regime fiscale ultra agevolato: con ricavi commerciali fino a 130.000 euro annui, l'imposizione sarà ridottissima (1% per le ODV e 3% per le APS). Una spinta concreta per chi opera nel sociale senza scopo di lucro. - Esenzione fiscale sugli utili reinvestiti
Se gli enti reinvestono i propri utili nell'attività statutaria o li destinano al patrimonio dell'ente, non saranno tassati. Un incentivo potente per il consolidamento e la crescita delle realtà non profit. - Nuovi incentivi per chi investe nel Terzo Settore
Il nuovo sistema fiscale prevede vantaggi anche per i soggetti privati e le aziende che decidono di sostenere economicamente gli ETS, aumentando così le opportunità di finanziamento per il settore.
Fine delle Onlus: l'ora della verità
Con l’entrata in vigore della Riforma Fiscale, le ONLUS spariranno ufficialmente dal panorama giuridico italiano. Tutte le ONLUS ancora esistenti avranno tempo fino al 31 marzo 2026 per adeguarsi e iscriversi al Registro Unico Nazionale del Terzo Settore (RUNTS). Chi non lo farà perderà le agevolazioni fiscali e dovrà rivedere la propria struttura giuridica.
Cosa devono fare gli ETS da subito?
- Analizzare il proprio assetto fiscale: capire se e come l’ente rientrerà nelle nuove categorie fiscali.
- Verificare l'iscrizione al RUNTS: chi non è ancora iscritto deve regolarizzarsi per accedere ai nuovi regimi fiscali.
- Adeguare lo statuto: se necessario, modificare lo statuto per rispettare le nuove normative.
- Prepararsi al nuovo sistema di tassazione: chi ha entrate commerciali dovrà rivedere la propria gestione fiscale.
- Monitorare i nuovi incentivi e opportunità di finanziamento: la riforma offre nuove agevolazioni per chi investe nel settore.
Ostacolo oppure opportunità per il Terzo Settore?
Il 2026 rappresenta un bivio per il Terzo Settore: da un lato, nuove opportunità di crescita e stabilità fiscale; dall'altro, la necessità di adeguarsi rapidamente alle nuove regole. La chiave sarà prepararsi per tempo, evitando di trovarsi impreparati all’appuntamento con la Riforma.
Gli ETS devono vedere questa transizione non come un ostacolo, ma come un’opportunità per consolidare la propria presenza e il proprio impatto sociale. Con la giusta strategia, il Terzo Settore potrà affrontare il 2026 con sicurezza e visione per il futuro.

Commercialista e Revisore, esperta in consulenza fiscale, contabile e amministrativa per enti del terzo settore di piccole e medie dimensioni.
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